Un artista australiano ha creato dal nulla una patologia, un farmaco per trattarla, un sito internet per promuovere il farmaco in questione: tutto questo per sottolineare provocatoriamente la tendenza attuale a ‘inventare’ malattie o a trasformare in malattia ciò che malattia non è. La strana storia dell’Havidol ci arriva dalla rivista The Scientist.
A guardarlo sembra né più né meno che il solito sito internet dedicato ad un farmaco. Un farmaco che viene definito “il primo e unico trattamento per il Disordine Disforico da Decifit Ansiogeno da Consunzione di Attenzione Sociale” (in originale DSACDAD). Questo disturbo, recita una scritta in bella evidenza, è ritenuto “la preoccupazione numero 1 della vita contemporanea”. Il farmaco, denominato Havidol, promette risultati quasi certi, e modesti effetti collaterali, tra i quali “co-dipendenza da oggetti inanimati”, “comunicazione inter-specie”, “sorrisi terminali”.
Cosa hanno di veramente speciale il DSACDAD e l’Havidol? Semplice: non esistono. Il sito internet www.havidol.com è frutto della creatività del controverso artista Justine Cooper, che ha messo su anche un servizio di merchandising dedicato all’Havidol (il nome in inglese suona un po’ come “Hotuttoio”) che pare frutti assai bene. Lo scopo di questa operazione? “Soprattutto voler porre l’attenzione sul comportamento delle multinazionali farmaceutiche”, spiega Cooper, “e su come organizzano l’informazione su patologie apparentemente marginali, presentate come gravissime. E che se anche esistono, spesso non andrebbero trattate con farmaci. Havidol è anche un modo per deridere il nostro sentirsi mai belli abbastanza, magri abbastanza, di successo abbastanza”.
La denuncia di Cooper è tutt’altro che una boutade. Il marketing farmaceutico, si sa, riesce spesso a creare una malattia che faccia al caso di un prodotto farmacologico più o meno nuovo. Non è un’illazione, ma una preoccupante realtà denunciata da numerosi addetti ai lavori negli ultimi anni: si parla di ’disease mongering’, un fenomeno definito come "La vendita di malattie che alimenta il mercato per coloro che commercializzano e producono trattamenti" dal farmacologo australiano David Henry: "Una malattia viene definita da un panel di specialisti (a volte coinvolti in grossi conflitti di interesse), provvista di sindromi, disturbi e rimedi; a questo punto le caratteristiche della malattia vengono pubblicizzate, attraverso campagne di sensibilizzazione promosse dalle aziende; una volta creata la malattia il farmaco, già pronto, viene immediatamente tirato fuori dal cilindro e… il gioco è fatto".
Fonte: Wenner M. Designing a disease and its drug. The Scientist 23/03/07.
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