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    Un cucciolo fa bene anche al sistema immunitario

    Dall’assistenza ai disabili al sostegno per le cure farmacologiche dell’emicrania; dall’Alzheimer al bullismo; dal disagio psichico alla cura dello stress e dei malati di cuore. Sono sempre più impiegati nella medicina i cosiddetti «cani-dottore» e sono ormai decine gli ospedali che hanno aperto le porte di vari reparti, non solo pediatrici, all’ingresso di animali per la cosiddetta «pet therapy». Tanto che qualche nosocomio ha addirittura pensato di trovare il posto per piccole fattorie nelle vicinanze degli ambulatori. Le carezze e le coccole dei migliori amici dell’uomo, dicono gli esperti, hanno ricadute benefiche sull’umore, sulla capacità relazionale e anche sul sistema immunitario e sulla volontà di ripresa dei pazienti. Tanto che un infermiere a 4 zampe ha accompagnato in aereo un giovane in coma per raggiungere un centro di Innsbruck specializzato nella pet therapy.

    Pet-therapy, gli animali entrano in ospedali e case di riposo
    Attività e terapie assistite con i «pet» (letteralmente l’animale domestico da accarezzare) sono un lavoro di equipe: sono coinvolti medici e psicologi, insegnanti e assistenti sociali, veterinari, etologi, addestratori, istruttori e conduttori del pet.
    E a favore della pet therapy si è pronunciato tre anni fa anche il comitato nazionale di bioetica che ha benedetto la pratica (non a carico del servizio sanitario a causa della limitatezza delle risorse economiche) per i suoi benefici per anziani e malati psichici anche se le evidenze scientifiche non sono così solide.
    Non è tanto importante la razza dei cani, ciò che conta – dicono i veterinari – è la loro socievolezza, la capacità innata di interagire spontaneamente con le persone, oltre, naturalmente, alla perfetta salute fisica che deve essere costantemente monitorata. Gli animali-dottori hanno ora diritto di cittadinanza non solo in alcuni ospedali ma anche nei centri di riabilitazione, nelle residenze sanitarie assistite, nelle case di riposo e anche negli asili nido, nelle scuole, nelle carceri, nelle comunità di recupero dei tossicodipendenti.

    Fonte: http://www.lastampa.it/  

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