La ricerca è stata condotta su 4000 impiegati di età compresa tra 42 e 62 anni che lavorano in 44 differenti edifici nel’area di Londra e quindi la base statistica è sufficiente per trarre alcune conclusioni significative. In effetti pare proprio che la “sindrome da edifico malsano”, che affligge un consistente numero di lavoratori che lavorano negli uffici, non sia dovuta alla caratteristiche fisiche dell’edificio, quanto piuttosto allo stress dell’ambiente lavorativo.
Lo studio ha infatti monitorato lo stato di salute dei volontari tenendo conto soprattutto dei sintomi tipici della sindrome, cercando di correlarli alle caratteristiche degli uffici e al tipo di mansioni svolte, incluso il livello di supporto nel lavoro. Si è così scoperto che la prevalenza della sindrome è maggiore nelle donne (20 per cento contro 14 per cento negli uomini) e tende ad aumentare con l’età dei soggetti.
Le correlazioni spesso ipotizzate con una temperatura e un’umidità degli ambienti inadeguate così come con la presenza di polvere e di batteri nell’aria è stata smentita, anzi i minori livelli del disturbo erano associati a una cattiva circolazione dell’aria, a livelli di biossido di carbonio considerati inaccettabili e alla presenza di funghi e di composti organici volatili. Il fattore più importante secondo e statistiche sarebbe invece un’alta richiesta di produttività associata a uno scarso supporto da parte dei colleghi.
Il risultato di questa ricerca, pubblicata sulla rivista “Occupational and Environmental Medicine” potrebbe aiutare ad affrontare in modo efficace il disagio dei lavoratori consentendo anche di ridurre la perdita di produttività in termini di minor numero di giorni lavorati.
Fonte: http://www.lescienze.it/