Quando i maschi dei primati si azzuffano, e le femmine coltivano le proprie qualità sociali, lasciano un segno permanente nel cervello. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista on line BMC Biology, le strutture cerebrali si sarebbero evolute in relazione a stimoli e risposte differenti per maschi e femmine, legati alla pressione selettiva esercitata da necessità sociali e competitive.
Patrik Lindenfors, Charles Nunn e Robert Barton – rispettivamente dell'Università di Stoccolma, del Max Planck Institut per l'antropologia evolutiva di Lipsia e della Durham University – hanno esaminato da un lato i dati relativi alle strutture cerebrali dei primati in rapporto a tratti importanti per la competizione fra maschi, come la massa corporea e le dimensioni dei canini, e – dall'altro – le dimensioni tipiche del gruppo in rapporto ai sessi nelle diverse specie, in modo da stabilirne la socialità sesso-specifica, ossia la tendenza ad associarsi con altri e formare gruppi sociali.
Considerando le differenze esistenti fra 21 specie di primati (fra cui scimpanzé, gorilla e scimmie reso) e ricorrendo a tecniche statistiche per tenere conto dei processi evolutivi, i ricercatori hanno trovato che la selezione sessuale ha avuto una forte influenza sul cervello dei primati. Una maggiore competizione fra maschi è correlata con diverse strutture cerebrali coinvolte nelle funzioni senso-motorie e nei circuiti che presiedono all'espressione dell'aggressività: nelle specie in cui essa è più rilevante, il setto – che concorre appunto al controllo dell'aggressività – appare di dimensioni relativamente inferiori.
Per contro, il numero medio di femmine in un gruppo sociale è correlato alla dimensione relativa del telencefalo, la parte del cervello che comprende la neocorteccia, responsabile delle funzioni cerebrali più elevate. I primati con le femmine maggiormente socievoli hanno evoluto una neocorteccia di dimensioni relativamente maggiori, suggerendo che sia stata l'esigenza sociale femminile a influire maggiormente sulla dimensione complessiva del cervello della specie.
I differenti tipi di cervello tra i primati sarebbero dunque il risultato delle differenze comportamentali fra i due sessi, e delle diverse soluzioni di mediazione fra le esigenze sociali femminili e quelle competitive maschili, che richiedono prestazioni elaborate da differenti aree cerebrali.
Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it