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    Realtà virtuale per studiare la.. telepatia

    Due ricercatori dell'Università di Manchester sono convinti che la telepatia sia un fenomeno degno di approfonditi studi.

    È per questo che il duo, composto da uno psicologo e da un ingegnere informatico, ha realizzato un ambiente virtuale dove condurre esperimenti per osservare dal vivo eventuali episodi di telepatia tra due individui legati da un qualsiasi tipo di rapporto sociale – lavorativo, familiare o amicale.

    Ciascuno dei 100 soggetti di studio coinvolti dovrà entrare in un'abitazione virtuale, armato di caschetti con visori tridimensionali, per cercare di stabilire un contatto con l'altro.
    Il funzionamento degli esperimenti è molto semplice: ogni partecipante si connette al sistema virtuale attraverso postazioni remote, ben distanti l'una dall'altra. Una volta connessi, le varie coppie di soggetti si trovano all'interno di stanze arredate con oggetti differenti: un telefono, un ombrello, una palla.

    I ricercatori chiedono quindi al primo soggetto di concentrarsi su uno di questi oggetti: mentre da una parte viene effettuata una selezione, dall'altra viene proiettato l'oggetto selezionato affiancato da altri elementi casuali. Se il secondo soggetto dovesse selezionare l'elemento sul quale l'altra persona si è concentrata, i ricercatori avranno ottenuto un esperimento positivo.

    "Creiamo un universo virtuale così che abbiamo a disposizione un ambiente completamente oggettivo per mettere alla prova le abilità telepatiche", ha detto il Dott. Toby Howard, uno dei due ricercatori che ha realizzato il sistema.

    "Qualsiasi altro ambiente", ha spiegato, "offre troppe altre variabili per permettere di capire quali sono le vere manifestazioni di un'abilità telepatica". Questo tipo d'esperimenti, che hanno condito film come il celebre Ghostbusters, si basa spesso sull'abilità di poter "indovinare" dettagli su oggetti occultati, ad esempio carte da gioco.

    Il direttore responsabile del progetto, David Wilde della Scuola di Psicologia di Manchester, è convinto che la simulazione digitale rappresenti un metodo sperimentale "eccezionalmente oggettivo" per lo studio approfondito di tutti quei fenomeni riconducibili alla telepatia.

    Articolo tratto da: www.punto-informatico.it

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