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    Quando una scuola si trasforma in Laboratorio di Psicologia

    Fanno ricerca. E la fanno a scuola, trasformando aule spesso ingiustamente tacciate non come sorde ma grigie sì, in un laboratorio a tempo pieno. Un laboratorio di psicologia.

    L'unico esistente in provincia di Arezzo, strutture e progetto portati avanti dall'Istituto di Istruzione Superiore “Vittoria Colonna”. Anzi dagli studenti in prima persona, intere classi che, guidate dagli insegnanti, si muovono sul territorio, tra interviste, dati, sperimentazione pura. Un lavoro che venerdì 24 novembre alle 17.45 presenteranno alla Borsa Merci.

    “Tutti pazzi per la ricerca” è il progetto sotto il quale quest'anno viaggiano quattro ricerche. Uno studio sulle paure del nostro tempo, esplorate nel rapporto quotidiano e nella comunicazione tra studenti, genitori e insegnanti. Un secondo sui comportamenti dei bambini, o meglio su come un ambiente ordinato o disordinato possa influire sulla loro crescita.

    Ancora una terza ricerca sulle differenze e sui conflitti, in un percorso alla scoperta degli altri ma anche di se stessi. E infine uno studio sull’efficacia di uno stage all’estero in termini di riduzione del pregiudizio e degli stereotipi verso il paese ospitante.
    Ricerche, corredate di dati e di immagini: cortometraggi in dvd e cartoni animati, elaborati per l'occasione da Giorgio Albiani e da Elena Nepi, e presentati a tutti gli interessati.

    Un progetto del quale gli studenti del “Vittoria Colonna”, coordinati dal preside Franco Cristelli e dal direttore del Laboratorio di Psicologia Franco Vaccari, sono le punte: tanto da coinvolgere anche alcuni ex allievi, che proseguono l'attività avviata a scuola negli anni precedenti, in una sorta di tirocinio sul campo della loro professione prediletta.
    Ma intorno a loro si muovono tante realtà: il Liceo Città di Piero di Sansepolcro, la Federazione Italiana Scuole Materne, il Comitato Provinciale Unicef. Più la Camera di Commercio, che patrocina la serata. Patrocina studi che aprono squarci di straordinario interesse su un'Arezzo sommersa.

    E insieme patrocina un modo nuovo di fare scuola. Che parte dai banchi e dalle cattedre ma arriva tra la gente, confrontandosi di giorno in giorno con le difficoltà, gli strumenti e i linguaggi rigorosi della ricerca sperimentale.

    Una rete, costruita a cominciare dai 16-17 anni di vita, e che rovescia il circuito tradizionale: non è la scuola ad elemosinare un rapporto con il mondo del lavoro, coinvolgendo aziende o agenzie del territorio, ma è invece la scuola a creare lavoro, attraendo sul proprio progetto i soggetti interessati. Come? A spiegarlo saranno venerdì i protagonisti di questa avventura. A cominciare dagli studenti, nel loro nuovo ruolo di ricercatori e psicologi.

    Articolo tratto da: www.viaroma100.net

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