Nel numero di febbraio del Journal of Experimental Psychology è apparsa una ricerca sul colore rosso a firma di Andrew J. Elliot, professore di psicologia alla University of Rochester.
Il colore rosso avrebbe, secondo questo studio, il potere di influenzare, anche in maniera subliminare, il funzionamento cognitivo delle persone.
Usato notoriamento come segnale di "pericolo", "stop", "errore", "attenzione" , segnale cioè che tende ad elicitare negli individui la cosiddetta "motivazione di evitamento", si sarebbe così radicamente radicato nel cervello umano da spingerlo a "inibirsi" e ad "evitare" anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno.
Lo studio è consistito nel far comparire, davanti agli occhi di alcuni dei soggetti sperimentali, un flash di rosso per una frazione di secondo inferiore al tempo necessario perchè potessero accorgersene.
Subito dopo tutti i partecipanti sono stati sottoposti a diversi test cognitivi compreso un test del Q.I. e un test nel quale doveva essere scelta a piacere una delle varie domande a cui dare una risposta.
Ai test cognitivi i risultati hanno evidenziato che i soggetti che avevano ricevuto il "trattamento al rosso" avevano risultati di performance peggiori.
Secondo gli autori il rosso, benchè percepito solo subliminarmente e non consapevolmente, è associato fortemente con l'errore e il fallimento, essendo usato tradizionalmente per la correzione degli errori nei compiti di scuola.
Questo produrrebbe una sorta di imprinting negativo, forse mediato dall'ansia, tale da peggiorare significativamente le abilità cognitive.
Nel compito "a scelta" invece gli stessi soggetti sceglievano prevalentemente la domanda più semplice, un classico esempio di comportamento teso a evitare il fallimento.
Naturalmente i ricercatori sono ben consapevoli che qualsiasi colore porti con sè differenti significati in diversi contesti, e che se il contesto cambia, cambiano le implicazioni.
Ad ogni modo resta interessante la suggestione che, per esempio, almeno in contesti di lavoro o comunque produttivi, la presenza del rosso può costituire un inconsapevole start ambientale alla motivazione di evitamento, che potrebbe declinarsi in modi imprevisti.
Articolo di Giulietta Capacchione tratto da: http://psicocafe.blogosfere.it/