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    Primo test sul grado di stress dei dipendenti comunali

    «Fannulloni». Ma qualche volta anche stres­sati. Chissà se, magari tra qual­che mese, assisteremo ad una nuova intemerata contro i di­pendenti statali del ministro per la Pubblica amministrazio­ne, Renato Brunetta. Tutto, di­penderà dagli esiti di un que­stionario cui, in base ad una delle ultime norme approvate dal governo Prodi nella prima­vera dello scorso anno, do­vrebbero sottoporsi appunto tutti i lavoratori pubblici. Non­ché quelli impiegati in aziende private con più di dieci addetti.

    Il condizionale, tan­to per cambiare, in un Paese che sempre più spesso si dimostra in­sofferente al rispetto delle regole, è ancora un obbligo. Dato che la legge numero 81 del 2008, entrata con­cretamente in vigore un anno fa e meglio nota come Testo uni­co sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è sta­ta applicata (in ogni sua parte) soltanto da pochissimi enti. Pub­blici o privati, non fa differenza. Tanto che il ministero del Lavo­ro, retto dal trevigia­no Maurizio Sacconi, è stato costretto a pro­cedere di proroga in proroga. Fissando, alla fine, per agosto 2010 il termine ulti­mo per la somministrazione dei questionari anti-stress. Or­dinando, però, «precedenza» assoluta per i dipendenti pub­blici.

    La prima amministrazione veneta a rispondere «presen­te » all’appello del ministro, ri­masto praticamente inascolta­to da tutte le altre (nella no­stra regione come nel resto d’Italia), è stato il Comune di Padova. Che da qualche gior­no, insieme agli ispettori dello Spisal dell’Usl 16 e alcuni do­centi universitari del diparti­mento di Psicologia del Bo, sta sottoponendo i suoi circa due­mila impiegati, dirigenti, capo­settore e vigili urbani compre­si, ad una sorta di test an­ti- stress. Si chiama Qubo, ov­vero questionario sul benesse­re organizzativo, ed è compo­sto da ben 350 domande volte ad individuare tra i dipenden­ti comunali eventuali «incon­gruenze tra mansioni e compe­tenze », «eccessivi carichi di la­voro », possibili «percorsi di carriera, di crescita e di svilup­po professionale», «chiarezza rispetto alla stabilità del lavo­ro », «qualità della relazione» con i colleghi e i superiori, «qualità dell’ambiente di lavo­ro » e potenziali dubbi sui propri «ruoli ed obiettivi».

    «La sicurezza sul posto di lavoro non è soltanto quella fisica – spiega la professo­ressa Alessandra Fal­co, docente di Psicolo­gia del lavoro e delle organizzazioni all’Uni­versità di Padova – ma anche quella psi­co- sociale. Il questio­nario, assolutamente anonimo, servirà per scoprire l’eventuale presenza di stress, ner­vosismo, affaticamen­to e frustrazioni corre­late alla professione svolta in Comune. E, una volta analizzati tutti i test, saremo in grado di proporre ai responsabili delle Ri­sorse umane (l’asses­sore Marco Carrai e il caposet­tore Marzio Pilotto, ndr) vari correttivi e misure per miglio­rare il lavoro e la condizione dei lavoratori all’interno del­l’amministrazione».

    Fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/

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