Fino a otto anni i bambini non riuscirebbero a integrare differenti tipi di input sensoriali per migliorare la loro percezione del mondo: è questo il risultato di due studi condotti da ricercatori dell'Università di Firenze, dell'Università di Londra e di quella di Oxford, pubblicati sulla versione on line di Current Biology.
I risultati degli studi mostrano come i sistemi percettivi in fase di sviluppo richiedano una costante ricalibrazione attraverso il ricorso a un senso per sintonizzare in modo più fine un altro senso, e viceversa. Secondo i ricercatori ciò rifletterebbe limitazioni che investono il cervello in continuo sviluppo.
"I bambini devono continuamente ricalibrarsi; i loro occhi, per esempio, continuano ad allontanarsi e le gambe si allungano. Per questo devono usare un senso per ricalibrare l'altro", osserva David Burr, ricercatore dell'Università di Firenze, che ha coordinato uno degli studi.
"Non integrare le informazioni sensoriali durante la crescita può avere un valore adattativo per l'uomo. Ma pone anche dei limiti a ciò che possono fare i bambini", ha aggiunto Marko Nardini dell'Università di Londra, che ha coordinato il secondo studio.
Nello studio diretto da Burr, focalizzato sull'integrazione di input visivi e tattili, i bambini dovevano valutare quale di due blocchi fosse più alto sulla base di informazioni visive, tattili o di entrambe, oppure di valutare l'inclinazione di due sbarre. I risultati hanno indicato che a seconda delle circostanze – e a differenza di quanto avviene nell'adulto – dominavano decisamente le informazioni di un unico tipo sensoriale, senza peraltro che nessuno dei due costituisse un riferimento sistematicamente privilegiato.
Risultati del tutto analoghi sono stati ottenuti da Nardini e colleghi nel corso di esperimenti che hanno invece saggiato le capacità di orientamento chiedendo ai diversi soggetti di riportare un oggetto nella sua posizione originaria in un ambiente, facendo affidamento ora solo a punti di riferimento visivi, a informazioni non visive relative al proprio movimento, o a entrambi i tipi di input.
Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/