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    Lui più vendicativo di lei verso chi “tradisce”

    L’uomo è più vendicativo della donna verso persone che hanno tradito la sua fiducia con comportamenti scorretti e prova maggiore soddisfazione dalla punizione “inflitta” al traditore . È quanto emerso in uno studio apparso sulla rivista Nature e dedicato a esperimenti sull’empatia, quella prerogativa della sfera emotiva umana alla base delle interazioni sociali e in qualche modo compromessa in disturbi come l’autismo.

    La ricerca, condotta da Tania Singer del Wellcome Department of Imaging Neuroscience presso la University College Londra, mostra come gli esseri umani siano capaci di empatizzare con persone corrette e altruiste ma, viceversa, non mostrano empatia per persone che hanno avuto comportamenti scorretti nei loro confronti, mostrando dunque di avere un senso innato per la giustizia che probabilmente trova spiegazione in termini evolutivi e di conservazione della specie.

    L’empatia è quella capacità umana di immedesimarsi nelle emozioni altrui e sentirle come proprie. È un aspetto importante nella vita relazionale degli uomini e si basa su particolari circuiti cerebrali che con la loro attività mediano questo processo di immedesimazione. Studi sull’empatia sono importanti dal punto di vista psicologico e medico perché alcuni disturbi come l’autismo sembrano avere alla base anche dei “crack” nei meccanismi che generano l’empatia, creando isolamento dell’individuo nei confronti del prossimo. Gli esperti hanno coinvolto nel curioso esperimento 32 individui di entrambi i sessi e altri quattro individui che però erano al corrente del gioco e si comportavano come attori.
    Ai 32 partecipanti (all’oscuro dell’intento dello studio e soprattutto degli attori) neurologi e psicologi hanno consegnato una somma in denaro dicendo loro che potevano darne una parte a uno dei quattro attori e che la parte consegnata si sarebbe triplicata. Il guadagno dei volontari consisteva nel fatto che l’attore poteva decidere di ridare una parte dei profitti al volontario che gli aveva ceduto la somma iniziale.

    I partecipanti quindi si ritrovano tutti alle prese con questi quattro attori: alcuni di loro erano onesti e restituivano una somma congrua, altri una somma minima o nulla. A questo punto sono entrati in gioco i neurologi i quali hanno sottoposto i quattro attori a piccole scariche elettriche di intensità tale da produrre un dolore comparabile a quello di una puntura d’ape. I volontari dovevano assistere a questa lieve “tortura” mentre i neurologi “leggevano” la loro mente con la risonanza magnetica funzionale. È emerso che, se l’attore “torturato” si era comportato correttamente con loro, uomini e donne provano empatia nei suoi confronti e nel loro cervello si accendono le aree del dolore, corteccia fronto-insulare e corteccia anteriore cingolata, come se i partecipanti provassero in prima persona il dolore della corrente. Invece se l’attore è stato scorretto uomini e donne che assistono alla sua punizione inconsciamente “prendono posizioni” differenti: lei continua ad essere empatica nei suoi confronti e il suo cervello mostra compartecipazione al dolore inflitto dalla corrente, lui invece perde empatia e accende aree di ricompensa, piacere, soddisfazione, ovvero quelle accese anche da cibo e droghe, come il nucleus accumbens. Insomma lei continua ad interagire inconsciamente con il traditore pur avendo dichiarato di avere un giudizio completamente negativo nei suoi confronti.  Lui invece non prova compartecipazione al dolore ed anzi appare appagato dalla punizione come se provasse maggior senso e soddisfazione dalla vendetta.

    Secondo gli esperti questo studio fornisce la prima evidenza neuroscientifica del “Schadenfreude”, ovvero l’atteggiamento umano del provare gioia della sofferenza altrui se l’altro si è comportato male con noi o non ci piace. Infine la differenza nel comportamento dei due sessi, se confermata, potrebbe indicare che l’uomo ha evolutivamente assunto un ruolo predominante nel mantenere la giustizia e stabilire punizioni per chi è scorretto nei confronti della comunità.

    Biblio: Singer T et al. Empathic neural responses are modulated by the perceived fairness of others. Nature doi:10.1038/nature04271.
    Autore: Paola Mariano
    Fonte: http://it.news.yahoo.com

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