L’ictus aumenta il rischio di sviluppare epilessia e più l’ictus è grave più è alto il rischio di avere attacchi epilettici post-ictus. È quanto emerso da una vasta indagine pubblicata sulla rivista Epilepsia.
Il 3,1 per cento dei reduci da ictus diventano epilettici (prevalenza del problema), ha spiegato Morten Lossius, Direttore del Dipartimento per Educazione e Ricerca del National Centre for Epilepsy in Norvegia, e se l’evento cardiovascolare è stato grave il rischio è cinque volte più alto di quello associabile ad un ictus lieve.
L’ictus è un evento cardiovascolare a carico di un vaso del cervello che può chiudersi o rompersi. In ogni caso il risultato è mancanza di apporto di sangue alle regioni cerebrali “servite” dal vaso danneggiato, con conseguente carenza di ossigenazione e, quindi, danno cellulare ai neuroni. Dopo l’ictus la persona può quindi riportare difficoltà di vario tipo a seconda della zona cerebrale danneggiata, quindi per esempio difficoltà motorie o verbali. Le normali abilità possono essere in parte o del tutto recuperabili con sessioni di riabilitazione specifiche.
Tuttavia vi possono essere altre complicanze e già studi passati avevano avvalorato l’ipotesi che l’ictus potesse favorire la comparsa di epilessia. Questo studio, che ha coinvolto quasi 500 persone in uno dei follow-up più lunghi mai eseguiti finora sull’argomento, dimostra appunto che la gravità dell’ictus è un meccanismo di misura statisticamente significativo per il rischio epilessia. In particolare i pazienti sono stati seguiti per 7-8 anni dopo l’ictus. Durante il primo anno dall’ictus il 2,5 per cento del campione aveva sviluppato l’epilessia, il 3,1 per cento entro i 7-8 anni di follow up. Né i trattamenti delle unità di ictus specializzate, né l’età del paziente ed altri parametri influenzano il rischio di sviluppare epilessia dopo un ictus.
È importante eseguire altri studi per capire se i trattamenti più nuovi come la trombolisi acuta possono ridurre il rischio di epilessia, ha rilevato Lossius. Nuovi farmaci neuroprotettivi e maggior uso della trombolisi, ha aggiunto Lossius, potrebbero giocare un ruolo importante in questo senso.
Fonte: Lossius MI et al. Poststroke epilepsy: occurrence and predictors – A long-term prospective controlled study (Akershus Stroke Study). Epilepsia 2005; 46(8):1246-51.
Autore: Paola Mariano
Fonte: http://it.health.yahoo.net