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    Le regole del dialogo

    Un modello matematico sviluppato da un team di ricercatori europei spiega quali sono le dinamiche che portano nel tempo due gruppi con opinioni opposte, ad esempio due partiti politici, a convergere piuttosto che rimanere sulle proprie posizioni.

    La maggioranza vince
    Secondo gli studiosi questi comportamenti possono essere compresi analizzando gli schemi di comunicazione solitamente utilizzati da due fazioni. Renaud Lambiotte dell’Università di Liegi e suoi colleghi hanno ipotizzato due gruppi con posizioni opposte e inizialmente isolati, i cui membri, un po’ alla volta iniziano a comunicare tra loro.
    Secondo il modello le persone cambiano pian piano la propria opinione, seguendo una sorta di regola della maggioranza, e uniformandosi così a quella che può essere definita la “cultura dominante”.

    L’importanza del confronto
    In base ad alcuni calcoli complessi, i ricercatori affermano che quando i due gruppi sono isolati, o quasi isolati, le persone all’interno di ogni gruppo sono portate a condividere rapidamente le stesse opinioni. Ma una volta entrati in contatto, i membri dei due gruppi diversi potrebbero mutare la propria opinione in un modo del tutto inaspettato.
    Infatti, quando  i due gruppi “antagonisti”  iniziano ad avere relazioni più strette, le loro opinioni non cambiano gradualmente, bensì c’è un momento preciso, una soglia oltre la quale le relazioni tra i due gruppi non possono proseguire se non condividendo la stessa idea. Quando la situazione  arriva a questo punto, anche un solo evento può far sì che i gruppi passino dall’opposizione al completo accordo.
    «Non ci aspettavamo una così improvvisa transizione» afferma Lambiotte «Questo implica che anche un piccolo cambiamento nella struttura della rete sociale può portare a drastiche conseguenze»

    Piccoli ma validi
    Anche la matematica quindi lo prova: finché ciascuno rimane chiuso all’interno del suo gruppo – e in politica all’interno della propria coalizione – è difficile che possa cambiare idea.
    Ma questo modello può anche spiegare come mai i linguaggi sono rimasti distinti all’interno di aree piccole, piuttosto che convergere in un'unica lingua universale. E perché alcuni gruppi ristretti, come gli utenti di computer Machintosh o i tifosi di squadre che non potranno mai vincere continuano a esistere.

    Fonte: http://www.focus.it

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