Alcune amicizie sono fuggevoli, altre durano per anni. La forza dei rapporti è influenzata da molteplici fattori spesso molto difficili da studiare in modo oggettivo, ma quelli di lunga durata condividono alcune caratteristiche, che sono state individuate da due ricercatori, Cesar Hidalgo dell'Università di Notre Dame, nell'Indiana, e Carlos Rodriguez-Sickert, della Pontificia università cattolica del Cile, che le illustrano in un articolo pubblicato sull'ultimo numero di Physica A.
Per condurre la loro ricerca, Hidalgo e Rodriguez-Sickert hanno analizzato il dati relativi a due milioni di persone e 8 milioni di telefonate avvenute nel corso di un anno, scoprendo – come forse si poteva intuire – che un fattore essenziale della durata dell'amicizia è la reciprocità, tanto che sulla sua base si può predire l'andamento futuro del rapporto.
Come spiegano nell'articolo, la persistenza della connessione fra due specifici soggetti è una misura di quanto spesso uno chiama l'altro. I ricercatori hanno analizzato i dati su intervalli di 15 minuti, per stabilire se due soggetti erano entrati in contatto in quell'intervallo di tempo. Quanto maggiore era il numero di intervalli in cui c'era il contatto, tanto maggiore era il valore di persistenza della relazione fra quella coppia di persone.
E' risultato che la maggioranza dei contatti fra due chiamanti (il 60 per cento) aveva una persistenza che si esauriva nell'un arco di 15 giorni, il 20 per cento circa svaniva progressivamente nei mesi successivi, mentre il restante 20 per cento arrivava a coprire l'intero periodo di osservazione, ossia un anno.
Il fattore più significativo nel determinare la persistenza era la reciprocità delle chiamate, ma un altro elemento influente è risultato essere il fatto che le persone in contatto con uno specifico soggetto avessero relazioni anche fra di loro, tanto che il grafo delle relazioni viene ad assumere una caratteristica forma a “farfalla”.
Un risultato molto meno intuitivo è però quello che mette in relazione la quantità e la qualità dei rapporti: "E' ben noto che alcune persone sono più collegate di altre, ma non si sapeva se questi soggetti fortemente connessi avevano anche un elevato numero di connessioni forti. I limiti di tempo potrebbero costringere le persone con più collegamenti a legami meno persistenti, i dati mostrano però che, in termini assoluti, chi ha più connessioni ha anche legami più persistenti di quelli meno connessi. I soggetti altamente connessi non svendono la qualità per la quantità; piuttosto, appaiono socialmente più espressi sia come numero che come persistenza dei legami.”
Un aspetto vagamente inquietante della ricerca lo si intravede nell'affermazione dei ricercatori che essa può essere di grande interesse per il marketing. “Per piazzare più efficacemente i loro prodotti, le società commerciali hanno tradizionalmente segmentato la popolazione target per età, sesso, etnia, status socio-economico. Via via che diventano disponibili sempre più dati sulla struttura sociale, è possibile per le società categorizzare le persone sulla base della loro strutura locale e della loro rete sociale.
Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it/