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    Il “buonismo natalizio” è finito

    A Natale tutti più buoni? Macchè, almeno non spontaneamente. Secondo gli esperti, soprattutto quest anno, gli italiani associano al Natale ansia (61%), forti dosi di stress (56%), ma anche la noia (38%) e la delusione (33%). Naturalmente non si tratta solo di sentimenti negativi: in molti, soprattutto i bambini, lo vivono ancora con gioia (53%) e entusiasmo (42%), ma una nota negativa legata a questa ricorrenza è difficile che non si senta, espressa esplicitamente o mascherata, come sottolinea il 48% degli esperti intervistati.

    Il segnale di un malessere diffuso è dato da come vengono vissuti alcuni dei momenti cardine del natale: sempre più numerosi, dice il 38%, quelli che vedono con ansia la prospettiva di dover starea stretto contatto con i parenti. E non solo con quelli insopportabili, accuratamente evitati per tutto il resto dell’anno, e sopportati a Natale all’insegna del «siamo tutti più buoni».

    Ancora più ansiogeno e fonte di stress che rischia di trascinarsi ben oltre le festività, il rito dei regali: sia per chi li fa, che per chi li riceve. Da un lato le corse allo shopping forzato, in un momento in cui si ha la percezione di essere molto più poveri a causa della finanziaria, (25%), dall’altro l’attesa per la «delusione da regali», che puntualmente attanaglia molti di coloro che aprono i pacchetti sapendo che troveranno l’ennesima e immettibile cravatta o le classiche e odiate pantofole (17%). Non solo, per molti, dice il 9%, viene sentito come un obbligo persino il dover scrivere i bigliettini di Natale o dover pensare alle decorazioni della casa.

    Anche la finanziaria fra i motivi del «disinnamoramento»
    Ma quali sono i motivi di questo disinnamoramento dal Natale che apparentemente ha colpito gli Italiani? Influisce sicuramente lo scenario quotidiano presentato dai media che con il clima natalizio ha veramente poco da spartire (53%): si assiste ad un vero e proprio bombardamento di fatti di cronaca nera, notizie di stragi efferate, continui allarmi per «polveriere» internazionali che da un momento all’altro sembrano dover esplodere.

    Naturalmente non può non far sentire i suoi effetti il clima politico, e soprattutto le polemiche e gli annunci sulla finanziaria, che malgrado non sia ancora stata approvata sta già colpendo, a livello psicologico, le tasche degli italiani (46%), ma anche il climameteorologico (35%), il caldo anomalo che si è registrato ha tolto molto al «clima natalizio». A tutto questo si aggiunge una minore presenza, rispetto ad altri anni, di campagne pubblicitarie con i simboli del Natale, ormai inconsciamente ritenute un segnale dell’arrivo della ricorrenza (32%) e una perdita del significato vero di questa celebrazione (27%).

    Un fenomeno generalizzato, quello dell’ansia da festività, che ha dei sintomi molto chiari ed evidenti: da una generalizzata apatia che precede i giorni di festa (48%) all’assoluto disinteresse per i preparativi (42%), che vengono fatti di corsa, all’ultimo momento, o in modo svogliato. Ma lo si vede anche sulla consueta «corsa ai regali» (39%), che quest anno non sembra essere partita. E tra i sintomi più evidenti, sottolinea il 35% degli esperti, una forte disillusione sul natale e sul nuovo anno, espressa con un continuo malumore e l’incapacità di farsi prendere dal clima natalizio.

    I regali? A volte è meglio non farli o riceverli
    Infine altro campanello d’allarme è una crescita del cinismo e dell’incapacità di emozionarsi (21%), insomma un allontanamento da quello che è invece lo spirito dei bambini che si associa al Natale. Tutti segnali ed effetti che possono non solo rovinare la festività a se e agli altri (come sostiene il 43%), ma che rischiano di avere degli strascichi, in termini di sfiducia e depressione, che vanno ben oltre il periodo natalizio (un rischio segnalato dal 36%)

    Ma quali sono allora le cose da fare e quelle da non fare per salvare il natale e non rischiare di essere vittime dell’ansia da festività? Le parole d’ordine degli psicologi sono soprattutto due: sincerità e spontaneità (rispettivamente citate dal 57 e dal 51%). Ovvero non sentirsi obbligati a vivere il Natale diversamente da come si vuole, magari a partire dai regali.

    Molto meglio, secondo gli intervistati rinunciare a scambiarsi i doni (31%), se non si sente come una cosa veramente sincera, e decidendo magari di farsi un «auto-regalo» (27%), così da evitare lo stress della caccia al regalo e il rischio di ricevere o di fare un regalo che alla fine non è veramente gradito. Naturalmente tutto questo vale per gli adulti, precisa il 74% degli esperti, e non certo per i bambini, che devono rimanere i protagonisti di questa ricorrenza

    Fonte: http://www.lastampa.it

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