Esisterebbe una sorta di "termostato della felicità". Ovvero il livello di felicità che si prova, una volta raggiunta l’età adulta, tende a rimanere costante, intervallato da momentanei picchi in positivo o in negativo ai quali corrispondono gli eventi più significativi della vita. Questi episodi, per quanto fonte di enorme gioia o grande tristezza, non alterano a lungo termine il grado medio di felicità.
È quanto afferma uno studio pubblicato sull’Economic Journal che ha tenuto sotto controllo per vent’anni “la curva della felicità” di centinaia di tedeschi che avevano, all’inizio dello studio, tra i 18 e i 60 anni. A tutti è stato chiesto ad intervalli regolari di riferire gli eventi importanti della loro vita e di esprimere un giudizio sul loro grado di felicità.
Gli studiosi hanno cercato di verificare l’esistenza e il potere del processo psicologico di “adattamento”, che consente alle persone di mantenere un certo equilibrio emotivo anche davanti ad episodi molto coinvolgenti. Effettivamente gli eventi della vita scuotevano questo equilibrio solo temporaneamente, alcuni più a lungo altri meno, ma quasi sempre in maniera reversibile.
L’evento con un periodo di ripresa più lungo sembra essere la perdita del lavoro, circa cinque anni. Altri episodi negativi come un divorzio o positivi come un matrimonio o la nascita di un figlio hanno mostrato di aver effetti transitori. Secondo gli autori questi risultati suggeriscono che è vero che il tempo, come sostenuto dal vecchio adagio, cura tutte le ferite.
Per quanto riguarda i momenti felici, anche quelli vengono sbiaditi dal tempo; a meno che non si dedichi ogni tanto qualche attimo ai ricordi piacevoli, in modo da riassaporare il gusto di quella felicità e farla durare un po’ di più.
Fonte: Clark AE, Diener E et al. Lags And Leads in Life Satisfaction: a Test of the Baseline Hypothesis.The Economic Journal 2008; 118(529):F222-F243.
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