I familiari dei pazienti, nonostante siano di fondamentale importanza per il recupero ed il benessere degli ammalati, si trovano spesso ad affrontare senza aiuti forti stress emotivi e problemi logistici non indifferenti. Uno studio della Università di Granada mostra come in Spagna, nonostante i familiari allevino spesso il carico di lavoro degli operatori sanitari, siano trattati alla stregua di fantasmi: invisibili e anche fastidiosi.
Coinvolgere i parenti nell'assistenza del paziente potrebbe, invece, rappresentare un'enorme risorsa e presenterebbe almeno tre enormi vantaggi: i pazienti gioverebbero di attenzioni, compagnia e benessere che solo l'assistenza familiare può dare; gli operatori sanitari vedrebbero aumentare lo spazio ed il tempo per gli interventi e le cure specifiche, possibili solo in una struttura sanitaria organizzata; i familiari accuserebbero minore frustrazione e stress.
Inoltre, una struttura che si occupa di malati terminali, lungodegenti, affetti da patologie oncologiche, croniche o degenerative dovrebbe fornire assistenza psicologica e pratica (quanto meno "logistica") ai familiari, soprattutto quando il paziente proviene da diverse regioni o nazioni. Questo nella realtà spagnola avviene molto di rado. In Italia alcuni centri di assistenza sia pubblici sia privati e molte associazioni di volontariato lavorano strenuamente per offrire questi supporti.
Spesso la vicinanza e l'assistenza dei familiari sono ciò di cui un paziente sente di avere più bisogno. Per soddisfare questa esigenza occorrerebbe promuovere iniziative mirate e rendere sempre più accessibili supporti psicologici, alloggi in prossimità dei centri di cura, sostegni economici per le famiglie dei pazienti, attraverso politiche pubbliche di sensibilizzazione e di destinazione di fondi appositi.
Fonte: Universidad de Granada
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