Lo stress è una reazione adattiva, fisiologica aspecifica a qualunque pressione esercitata sull'organismo da un'ampia gamma di stimoli ambientali.
Nello stress acuto la risposta fisiologica all'evento scatenato ha un suo decorso e una fine; mentre il distress, definito anche stress cronico, è uno stato permanente di stress, una presenza di caratteristiche di tratto dello stress.
Nella correlazione tra ansia e stress lo stato di distress provoca l'incremento delle risposte cortico-limbiche e soprattutto i ritmi encefalografici di tipo teta: queste risposte fisiologiche provocano alterazioni cognitive ed emotive, e cioè a livello clinico un'alterazione complessiva del sé con un'alterazione molto ampia.
Le alterazioni psicofisiologiche più significative dello stato d'ansia sono:
- modificazione delle percezioni (tattili, cinestesiche)
- modificazione del tono muscolare di base
- iper o ipotrofie tra i piani del sè, che secondo la psicologia funzionale porterebbe ad un quadro caratterizzato da tremori, tensione, tachicardia, brividi, e forte distraibilità, impazienza e amnesie
- disturbi somatici tra cui tachicardie
- deficit nelle prestazioni
- disturbi comportamentali
Queste 2 caratteristiche sono altamente specifiche della risposta comportamentale che attivano, come ad esempio nel caso dell'attacco di panico.
Alla base dell'asse benessere-malattia vi è la risposta di coping e l'attivazione momentanea cronica dell'ansia e delle alterazioni o sconnessioni tra
Il caso descritto dal punto di vista della valutazione integrata riguarda la descrizione dei seguenti campi d'indagine:
- piano posturale-muscolare
- piano fisiologico
- stimoli endogeni derivanti da stimoli fantasma, cioè attivazione d'ansia nonostante vi sia disattivazione di stimoli stressanti interni o esterni
- area cognitiva: fantasie ed immaginazioni
- piano delle emozioni
L'intervento sarà dunque volto al riequilibrio attraverso interventi psico-corporei riabilitativi, sfruttando magari anche tecniche del massaggio o respirazione.
Per situazioni patologiche, come gli attacchi di panico, avendo dimostrato tramite dati di recenti ricerche che si tratta unicamente di alterazioni del livello cognitivo, non devono essere usati neurolettici bensì è molto più utile una terapia di desensibilizzazione verso stimoli ansiogeni che provocano una risposta cronico stimoli fantasma.
Secondo la prospettiva funzionale, alla base degli studi sul funzionamento mentale bisogna considerare i piani principali del sé: il piano fisico-posturale, quello emotivo, quello intellettivo-cognitivo, e quello immaginativo-simbolico.
Il caso da me descritto è relativo all’esperienza di training didattico intensivo che sto conseguendo con il soggetto F., un adolescente di 15 anni, con cui ho iniziato da 4 mesi un’esperienza di riabilitazione nell’area dell’apprendimento. L’esperienza è maturata nell’arco di un mese per 5 volte alla settimana, per la durata di 2 ore.
Si presenta come un soggetto equilibrato dal punto di vista emotivo relazionale, frequenta un gruppo di calcio quasi tutti in giorni nei periodi in cui preferisce frequentare le lezioni scolastiche.
Dal punto di vista cognitivo di evince una tendenza alla mancanza di attenzione e soprattutto di concentrazione, poichè il piano emotivo tende ad interferire provocando mancanza di motivazione e pensieri non collegati al materiale didattico.
Si evince un piano emotivo coartato, come se le relazioni con la famiglia ispessiscano la distanza con l’assertività verso i compiti orientati all’emancipazione e al futuro.
Il training didattico è stato completato da test di valutazione delle conoscenze, a domanda aperta e a scelta mutlipla, diagrammi riassuntivi e test con autovalutazione.
Già dall’inizio della fase di istruzione F. sembra nervoso, le posture irrigidite soprattutto se in fase di concentrazione, mette spesso le mani in testa, presenta tic nervosi, stringe le orecchie, muove le gambe e non riesce a concentrarsi poiché il suo dialogo è orientato verso l’osservazione delle mie azioni. Inoltre si rileva dalle valutazioni in itinere a distanza di 4 giorni uno spiccato problema di memoria a lungo termine, mentre la mbt è ottimale.
Tramite i colloquio si è potuto evincere che il calo mnestico era strettamente correlato all’aumento di attività fisica, non solo dal punto di vista dello studio, bensì dall’eccessivo carico fisico cui il paziente era soggetto, cioè preferiva giocare a calcio sfogandosi con le partite, che provocano uno sforzo molto maggiore del semplice passarsi la palla, che preferire momenti di riflessione sui contenuti scolatici o del training didattico, e soprattutto rilassare il sna.
Il risultato a livello del sna quindi un eccessivo restringimento del dopaminergico, e un aumento del flusso di adrenalina, per cui trema e non riesce a stare fermo, frequenti mal di pancia e forti emicranie, tra cui anche episodi di febbre.
L’analisi psicodiagnostica utilizzata, oltre alle valutazioni in itinere nel training didattico, è basato sul “test di stress”: il seguente test si è dimostrato utile nell’aiutare la gente a diventare consapevole del proprio livello di stress; sono rappresentate ciascuna delle 5 aree di funzionamento umano.
Così esaminando il modello delle risposte di ognuno, è possibile trovare se una o più aree sono nella speciale necessità di attività che risolvano lo stato di stress. Gli items sono a risposta multipla costruite sulla base del differenziale semantico di Osgood, con possibilità di scelta da “no!anzi”, con cui si esprime un disaccordo forte, a “si, è proprio vero”, con cui F. esprime un accordo forte.
Ho preferito iniziare con una auto somministrazione e una somministrazione ad un altro soggetto maschile, età 40 anni, con frequenza scolastica di 32 anni, nessun episodio di sintomi neurologici e vegetativi.
La frequenza di positivi rilevate nell’area intellettuale è bassissima, cioè di 4. Le aree di riabilitazione per questo soggetto si dovrebbero concentrare sulla diminuzione degli aspetti del suo lavoro che causano stress, come il traffico, la velocità nella guida della macchina, etc.
Per quanto riguarda l’autosomministrazione, la frequenza dei positivi è di 13 sul piano fisico, un po’ superiore il piano emotivo, equilibrati il piano sociale, intellettivo e spirituale, nonostante forte attività intellettuale e presenza di attività sportiva.
Nel soggetto F., invece, si rileva un affaticamento mentale, però causato dall’alterazione fisica soprattutto la frequenza di 25 sul piano spirituale fa evincere un calo motivazione nello svolgere i compiti che per lui sviluppano una continuità con le spinte emancipatorie tipiche della sua età. Infatti quest’ultimo punteggio è correlato alle frequenze di positivi di 21 sul piano emozionale, e cioè questa parte del funzionamento personale è caratterizzato dall’interazione con gli altri piano, però si rileva un restringimento di questo piano quando il soggetto deve impegnarsi o non vede costante la presenza dei genitori.
Ho quindi usato il test di stress, formato da risposte a scelta multipla: sulle 4 possibili scelte ho assegnato 0 al disaccordo forte, 1, 2, e infine 3 all’accordo forte, e ho sommato le risposte diverse dallo 0, i positivi, cosicchè un punteggio alto nel piano del sé considerato, ad esempio quello fisico, corrisponda alla necessità di progettazione di un intervento riabilitativo sull’area.
L’utosomministrazione si è rilevata tipica di una situazione in cui non si necessità di nessun intervento, c’è però da considerare l’intervento della variabile genere nel modulare le frequenze sul piano emotivo.
In generale, quindi, il soggetto F. presenza un affaticamento fisico ed intellettuale, soprattutto mediato dalla frequenza di 25 sul piano ideologico-spirituale (ad es. con items tipo “il futuro non si presenta promettente per me”).
Se nel caso del soggetto con forte stress fisico questo si rivolge subito sul piano emotivo mediandone le reazioni comportamentali, in F si rileva oppositività verso le figure istituzionali che hanno la funzione di caring, quindi il disagio è cognitivo, però funzionale dal punto di vista motivazionale, poiché mediato dall’affaticamento fisico dell’eccessiva attività sportiva, quindi sull’interpretazione cognitiva della motivazione al rilassamento.
Il paziente F. preferisce infatti giocare a calcio quasi tutti i giorni, e inoltre anche fare partite agonistiche che forzano ancora di più il corpo, poiché la corsa è in accelerata per un campo della lunghezza di 90 metri dalla posizione del portiere.
Infine la componente ideologica dei genitori non permette al soggetto ancora in età puberale lo sfogo motivazionale tipico della spinta emancipatoria provocando forti effetti sul piano emotivo e anche questo si riverbera sullo stato psico-fisico del soggetto.
L’intervento riabilitativo, oltre al counselling mirato basato sugli approcci della psicoterapia funzionale, potrebbero essere ad esempio migliorare le capacità di coping sullo stato di stress, attraverso la modificazione in colloquio dei comportamenti quotidiani del soggetto nell’affrontare gli eventi di stress, anche a lungo termine, come ad esempio lo studio.