Le diete yo-yo, il continuo tira e molla di rinunce e abbuffate, danno dipendenza come le droghe e non aiutano a dimagrire. Anzi addirittura potrebbero favorire obesità e disturbi alimentari. Lo dimostra uno studio di due ricercatori italiani, Valentina Sabino e Pietro Cottone, entrambi emigrati in Usa da Palermo dopo essersi laureati in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università del capoluogo siciliano e ora assunti come docenti alla Boston University. Pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze “PNAS”, il lavoro, su topolini, mostra che queste diete sviluppano nel cervello lo stesso tipo di condizione data dalla tossicodipendenza: quando la persona a dieta a un certo punto si concede uno strappo alla regola e mangia il “cibo proibito”, finisce per mangiarne troppo: un comportamento corrispondente a quello del drogato che entra in crisi di astinenza. Nel cervello dei topolini, infatti, cicli di astinenza e di abbuffate con cibi golosi generano gli stessi cambiamenti cerebrali indotti da cicli di astinenza e intossicazione da droghe.
Crisi di astinenzada cioccolato
Sono tantissimi oggi gli individui cronicamente a dieta che, quindi, alcuni giorni si astengono per poi abbuffarsi nei giorni successivi vanificando i precedenti sforzi, in un circolo vizioso che di fatto non aiuta a dimagrire, anzi, potrebbe peggiorare la situazione. I due ricercatori hanno osservato cosa succede nel cervello dei topolini che seguono una dieta yo yo: i topi ricevevano per cinque giorni a settimana il normale cibo da dieta, per due giorni una dieta zuccherina al sapore di cioccolato. Dopo settimane i topi sviluppano durante la fase di astinenza da cioccolato una sintomatologia simile a quella di astinenza da droghe, caratterizzata da ansia e volontario rifiuto dei cibi meno golosi. Inoltre mangiano in eccesso quando gli si ridà il cioccolato e lo stress associato all’astinenza si riduce. È emerso infine che i sintomi dell’astinenza dal cioccolato seguono all’attivazione del sistema del fattore di liberazione della corticotropina (CRF) nell’area della paura e dell’ansia, l’amigdala, esattamente come avviene nell’astinenza da droghe.
Fonte: http://city.corriere.it/