• 250680 iscritti di cui 16 online

    Cuore, cervello e psiche, quello che nelle donne non si cura

    Si ammalano più degli uomini e consumano grandi quantità di farmaci. L’8,3% delle donne italiane denuncia un cattivo stato di salute rispetto al 5,3% degli uomini nonostante le siano più attente alla loro salute e si sottopongano con più frequenza a controlli di prevenzione rispetto agli uomini. Sono bersagli di malattie come le allergie, il diabete, la cataratta, l’ipertensione arteriosa, le patologie tiroidee, l’artrosi e l’artrite, l’osteoporosi, la calcolosi, la cefalea e l’emicrania, la depressione e l’ansietà, l’Alzheimer.

    Eppure sono poco rappresentate negli studi clinici e, quindi, sono più esposte a possibili reazioni avverse al momento dell’assunzione di medicinali appena messi in commercio, con effetti collaterali e indesiderati più frequenti. “Questo perché c’è poca attenzione alle malattie di genere – spiega Barbara Garavaglia, presidente del comitato pari opportunità dell’Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ – e spesso si pensa che la donna sia uguale all’uomo in tutto e per tutto. E che le uniche differenze riguardino l’apparato riproduttivo. In realtà non è così e sono soprattutto i disturbi cardiovascolari e neurologici a fare la differenza”
    1° convegno sulla Medicina di Genere, organizzato dal Comitato per le Pari Opportunità della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”.

    Le malattie cardiovascolari. In Italia le donne che ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari sono circa 120.000 e, nonostante questa evidenza, si tende a considerare ancora tale condizione specifica del sesso maschile. “Per molti anni – commenta Maria Grazia Modena, presidente della Società italiana di cardiologia e ordinario di cardiologia dell’università di Modena – lo studio della malattia coronarica e dei suoi fattori di rischio ha interessato prevalentemente gli uomini, data la maggiore frequenza della malattia in età media, la comparsa in età più giovane rispetto alla donna e l’elevata letalità”. Questo perché fino alla menopausa, la frequenza della malattia ed i livelli dei fattori di rischio sono più bassi rispetto agli uomini; ma con l’avanzare dell’età le differenze si riducono ed i valori risultano simili o diventano più elevati rispetto a quelli riscontrati negli uomini. Basti pensare al caso della cardioaspirina che ha diversi effetti nell’uomo e nella donna.

    Secondo lo studio che ne ha verificato l’efficacia, basse dosi di aspirina nelle donne riducono il rischio di ictus, ma sono inefficaci per la prevenzione del primo infarto o di morte per cause cardiovascolari.

    Anche le patologie psichiche sono prevalenti e in crescita tra le donne. La depressione è la principale causa di disabilità nelle tra i 15 e i 44 anni. Un altro fenomeno rilevante a livello sanitario è la violenza contro il genere femminile a causa delle conseguenze immediate legate alle lesioni fisiche e a causa degli effetti secondari: depressione, ansia e attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione, dipendenze, disturbi sessuali e ginecologici, malattie sessualmente trasmissibili, disturbi gastrointestinali e cardiovascolari. I dati 2006 dell’Istat dimostrano che in Italia le donne tra 16 e 70 anni vittime di violenza sono stimate in quasi 7 milioni.

    Non ultimo le malattie professionali. Rispetto alle condizioni di lavoro, sono state considerate sino ad oggi quasi esclusivamente le caratteristiche del lavoratore maschio. Delle donne si parla soltanto nel periodo della gravidanza, in rapporto esclusivamente ai rischi del nascituro. Gli infortuni e le malattie professionali che riguardano le donne (come le dermatosi e i disturbi muscolo-scheletrici) non sono sufficientemente prese in considerazione. Ancora minore è l’attenzione data agli eventi patologici connessi con il lavoro domestico, in particolare gli infortuni. Scarsa è ancora l’attenzione alla diversa risposta biologica delle donne ai comuni rischi lavorativi come il lavoro pesante ed il lavoro a turno. Lo stress patologico è associato esclusivamente al lavoro produttivo, senza considerare il maggior rischio psico-sociale che colpisce le donne e che è dato dal doppio carico di lavoro.

    C’è anche la malattia neurologica a minare la salute femminile.
    Oltre alla variabilità epidemiologica vi sono peculiari aspetti clinici che distinguono la malattia neurologica nella donna questi sono correlati a particolari momenti della vita femminile costituiti dalla gravidanza, dal parto, dall' allattamento, dal puerperio e non ultimo dall'età fertile durante la quale è ormai diffusa la contraccezione orale. Un particolare interesse scientifico è inoltre rivolto alla menopausa, molto studiata negli ultimi anni anche in relazione all' aumento della attesa di vita della popolazione femminile. Questi ed altri aspetti esclusivi della donna, si rendono bene evidenti nella pratica clinica dove il neurologo è chiamato ad affrontare quesiti non del tutto risolti e per i quali, spesso, non vi sono indicazioni generali di comportamento

    Fonte: http://canali.kataweb.it/

    Per lasciare un commento è necessario aver effettuato il login.

    Aree riservate agli abbonati di liberamente