Il bullismo è un fenomeno che esiste da sempre, ma che negli ultimi anni si è sempre più diffuso nelle scuole, tanto da diventare una vera piaga sociale in alcune regioni degli Stati Uniti, ma sempre più evidente anche in Italia. Tuttavia oggi questo fenomeno sembra assumere connotati prima sconosciuti. Si tratta di quello che è stato battezzato cyberbullismo, definito come “una volontaria e ripetuta aggressione attuata attraverso un testo elettronico”. Ne sono esempi l’invio di e-mail o sms minacciosi, o la pubblicazione di commenti calunniosi o denigratori su forum, blog o siti internet. Sameer Hinduja, docente di criminologia alla Florida Atlantic University ha condotto una ricerca in proposito, della quale pubblica i risultati sulla rivista Youth Violence and Juvenile Justice .
Dall’indagine emerge che su un campione di 1388 giovani più di un terzo è stato oggetto di cyberbullismo. Fra le forme di vittimizzazione, quella più frequente si concretizza nell’ignorare ostentatamente la presenza elettronica del soggetto (43,2 per cento dei casi), ma è elevata anche la percentuale di episodi di diretta mancanza di rispetto (39,6 per cento). Molto più preoccupante è però il 13 per cento di casi di intimidazione diretta, con un 5 per cento dei soggetti del gruppo preso in esame che è arrivato a dire di temere per la propria incolumità.
“Sappiamo molto poco delle cause e delle conseguenze del cyberbullismo – ha dichiarato Hinduja – ma è ragionevole ritenere che gli esiti siano analoghi a quelli del bullismo tradizionale: bassa autostima, depressione, ansia, paura, frustrazione, problemi scolastici e familiari e perfino idee suicidarie.”
Per cercare di studiare e arginare il fenomeno Hinduja ha anche sviluppato un un sito dedicato all’argomento.
Fonte: http://www.lescienze.it/